Brouwerij Het Anker Gouden Carolus Tripel 75 cl.-Tripel
PRODOTTO DISPONIBILE
I malti e i luppoli utilizzati sono di provenienza rigorosamente autoctona, precisamente della zona compresa tra Mechelen, Lovanio e Haacht. L’esame visivo conforta decisamente l’indicazione dell’etichetta: si tratta indubbiamente di una tripel, gialla aranciata, vistosamente effervescente e sormontata da una spuma bianca fine, compatta, rigogliosa e persistente, che si attacca alle pareti del bicchiere come la schiuma del cappuccino alla tazza.L’aroma, sorprendentemente tenue, è dolce e fiorito, quasi mielato, con una decisa nota alcolica e un non so che di lievito grezzo.Poco male, poiché in bocca l’impressione è di tutt’altro genere: corpo morbido, pieno ma non pesante, estremamente vellutato, e gusto sorprendentemente abboccato per il genere; l’alcol ritrova la giusta discrezione, mentre alle note di vaniglia e camomilla si unisce presto un inatteso amaro di luppolo fresco, che non si spinge più in là di tanto, ma bilancia a sufficienza il dolce dominante.Aiutato, in questo, da un netto sentore di spezie: noce moscata, chiodi di garofano, paprika, anice stellato e pepe che conduce a un finale gustosamente secco e piccante.Ne consegue che la birra, nonostante la ragguardevole gradazione alcolica, risulta abbastanza beverina da impegnare da sola un’invidiabile serata di bevute Perfetta come accompagnamento a un dolce speziato, ma non troppo impegnativo, si addice tranquillamente anche a un formaggio a pasta molle, non troppo giovane ma neanche troppo audace; insomma, cibi equilibrati per una birra che merita tutto il possibile rispetto.
Brouwerij Het Anker Gouden Carolus Tripel 75 cl.-Tripel
8,50€
I malti e i luppoli utilizzati sono di provenienza rigorosamente autoctona, precisamente della zona compresa tra Mechelen, Lovanio e Haacht. L’esame visivo conforta decisamente l’indicazione dell’etichetta: si tratta indubbiamente di una tripel, gialla aranciata, vistosamente effervescente e sormontata da una spuma bianca fine, compatta, rigogliosa e persistente, che si attacca alle pareti del bicchiere come la schiuma del cappuccino alla tazza.L’aroma, sorprendentemente tenue, è dolce e fiorito, quasi mielato, con una decisa nota alcolica e un non so che di lievito grezzo.Poco male, poiché in bocca l’impressione è di tutt’altro genere: corpo morbido, pieno ma non pesante, estremamente vellutato, e gusto sorprendentemente abboccato per il genere; l’alcol ritrova la giusta discrezione, mentre alle note di vaniglia e camomilla si unisce presto un inatteso amaro di luppolo fresco, che non si spinge più in là di tanto, ma bilancia a sufficienza il dolce dominante.Aiutato, in questo, da un netto sentore di spezie: noce moscata, chiodi di garofano, paprika, anice stellato e pepe che conduce a un finale gustosamente secco e piccante.Ne consegue che la birra, nonostante la ragguardevole gradazione alcolica, risulta abbastanza beverina da impegnare da sola un’invidiabile serata di bevute Perfetta come accompagnamento a un dolce speziato, ma non troppo impegnativo, si addice tranquillamente anche a un formaggio a pasta molle, non troppo giovane ma neanche troppo audace; insomma, cibi equilibrati per una birra che merita tutto il possibile rispetto.
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